sabato 19 febbraio 2011

Uova Dio

Poi ti dicono, figlio mio, ma sei fissato.
"Forse in un primo momento si parlava di Parona, ma poi si è scoperto che in realtà era Gravedona".
No, non sono parole in libertà tra ottantenni in una bocciofila o davanti allo scavo di una trincea stradale. È il comune di Parona, piccolo centro in provincia di Pavia (qui), alle prese con le uova alla diossina. Già, perché nonostante sia importante non lasciarsi andare ad un puerile panico o un antieconomico disfattismo alimentare, i pollai contaminati iniziano ad essere un po' troppi (prima nel Bresciano, poi in provincia di Mantova, ora nel Pavese). Eppure nessuno - a parte i giornali locali (senza grande "slancio") - sembra interessato/preoccupato. Quando però erano quei selvaggi dei tedeschi, grandi titoli e scandalo internazionale (porci).
Ora, invece, nulla.
Fino ai casi surreali come appunto quello di Parona, dove si sono accorti - non tutti, a dire il vero, visto che il sindaco continua a ripetere "non mi risulta" e in municipio additano la povera Gravedona - che qualcosa non funziona (oltre al sito del comune) solo adesso. Cioè due mesi dopo che le uova sono state prelevate per le analisi (i controlli, per inciso, erano partiti proprio in seguito allo scandalo tedesco. Perché da noi  certo è tutto controllatissimo, però, sai com'è, non si sa mai, adesso per esempio c'è sta faccenda della diossina, magari ci conviene dare un'occhiata). L'Asl di Pavia si è limitata a fare un comunicato in cui si parla di "esito analitico non conforme riferibile solo al test di screening sulle cellule e si è pertanto in attesa della eventuale conferma mediante test specifico". A parte il giro di parole ridicolo, la domanda è: cosa aspettate a farli sti test specifici, che le uova inizino a parlare al contrario?
Forse sì perché, è la stessa Asl a premurarsi di sottolinearlo, "non è il caso di creare allarmismi". Altrimenti - spiega l'Unione Agricoltori di Pavia "si rischia di bloccare il mercato". Eggià, se poi ai bambini spuntano le creste sulla schiena e qualcuno ha addirittura imparato a respirare con le branchie, amen, significa che era destino.
(Così, giusto per la precisione, i valori di diossina dell'allevamento di Parona non sono stati resi noti, ma quelli  riscontrati a Castegnato - vedi due post fa - sì: erano fino a 5 volte superiori il limite di legge. Significa che per ogni grammo di uovo c'erano circa trenta picogrammi di diossina. Secondo l'Oms il massimo di diossina assumibile da un bambino di 5 anni è di 20 picogrammi. E un uovo generalmente pesa intorno ai 60 grammi. Certo, citare l'Oms è davvero subdolo considerando i terribili rischi che corrono gli allevatori italiani).

2 commenti:

  1. A Parona sarebbe incredibile non trovarle le diossine


    Lo studio Cenci conferma una criticità già nel 2006 pari a a un livello di 4,6 pg/g rilevato nei Muschi, poi è venuto il raddoppio dell'inceneritore, le diossine hanno continuato ad accumularsi e oggi non è difficile tirare delle conclusioni.


    Non è detto che le diossine nelle uova ci siano per colpa dell'Inceneritore, quelle però trovate nei Muschi da Cenci sono prove inconfutabili.

    “Carta canta” "...e villan dorme" ... si addice perfettamente ai contadini/cittadini di Parona che fanno sonni tranquilli malgrado l'evidenza.

    La Nuova Stagione
    http://www.nuovastagione.eu/
    esprime il più profondo e forte disappunto per i modi e le forme con i quali il Sindaco tutela la salute dei suoi cittadini

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  2. Mi sa che le uova sono l'ultimo dei problemi, eh?

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